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16 marzo 2017

A colloquio con… José Miguel Pérez-Sierra

«Penso che non esistano professioni prive di difficoltà: nella nostra ce ne sono alcune, indubbiamente, ma ci sono anche grandi soddisfazioni. Il “peso” più grande da sopportare, per me, è passare buona parte dell’anno lontano della famiglia; la cosa che amo di più, invece, è la musica in sé. È bello viaggiare e conoscere persone meravigliose di tanti posti diversi, ma la musica è il vero motore di tutto. Solo una grande passione può aiutare a superare tutte le difficoltà e gli inconvenienti»

Spagnolo di Madrid, tra i direttori più interessanti della sua generazione, José Miguel Pérez-Sierra continua con successo una carriera internazionale di primo piano. E tra pochi giorni un altro importante debutto lo attende: quello sul podio del Teatro Massimo Bellini di Catania dove tra il 19 e il 26 marzo dirigerà Manon Lescaut di Puccini in una produzione che porta la firma, per la regia, di Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi da un allestimento di Pier Francesco Maestrini.

19 gennaio 2017

A colloquio con… Andrea Mastroni

«Per me il canto è espressione animale e di animus, ovvero un bisogno di dire per un cantante, un musicista, un musico:  è qualcosa di esistenziale, è esprimere se stessi utilizzando una forma privilegiata di comunicazione. Così come il pittore utilizza il segno grafico sulla tela, il cantante si avvale della propria voce per esprimere stati d’animo e sensazioni… in definitiva l’Io. Un mondo di introspezione e comunicazione: questo per me è il canto»


Milanese, formatosi anche come clarinettista e laureato in Filosofia Estetica, il basso Andrea Mastroni sta vivendo un momento particolarmente felice della sua carriera artistica. Reduce da numerosi e bei successi in Italia e all’estero, nel 2017 Mastroni debutterà in alcuni dei più importanti teatri del mondo: innanzi tutto, al Metropolitan Opera House di New York dove da domani (per un totale di 4 recite: 20, 26, 30 gennaio e 4 febbraio) sarà Sparafucile in Rigoletto nella produzione che porta la firma di Michael Mayer per la regia e di Pier Giorgio Morandi per la direzione. 

04 gennaio 2017

A colloquio con… Davinia Rodríguez

«Purtroppo i nostri governanti non capiscono l’importanza della cultura nello sviluppo della società moderna e in molti, troppi Paesi tagliano i fondi per attività come la musica e il teatro. Non si rendono conto che in questo modo stanno impoverendo le anime delle persone, rendendole insensibili al bello e ai valori universalmente riconosciuti. Mi auguro si possa invertire la rotta»

Davinia Rodríguez in Simon Boccanegra
al Gran Teatre del Liceu (©A.Bofill)

Originaria di Gran Canaria ma italiana d’adozione, un curriculum denso che si arricchisce sempre di più, una passione e una curiosità inesauribili per il canto e per le possibilità della voce, uno studio costante e approfondito: sono questi i principali ingredienti del successo di Davinia Rodríguez. Un percorso affascinante, il suo, segnato da un prima e da un dopo: in mezzo, un incontro che la ha cambiato radicalmente la vita e che le ha permesso di trovare la sua strada.

05 dicembre 2016

A colloquio con… Annalisa Stroppa

Ai giovani che decidono di intraprendere questa professione consiglio di crederci fortemente e di non lasciarsi mai abbattere perché prima o poi l’occasione giusta arriva. Non esiste una ricetta valida per tutti perché l’andamento di una carriera varia da persona a persona e dipende da tante componenti, anche esterne. Se dovessi, però, indicare gli ingredienti essenziali li riassumerei così: passione, studio, costanza, determinazione, esperienza e umiltà

Annalisa Stroppa nei panni di Suzuki, 
Teatro alla Scala 2016
(Foto di Marco Brescia & Rudy Amisano)
«Ritornare sul palcoscenico del Teatro alla Scala per l’inaugurazione della stagione mi rende molto emozionata: è una sensazione indescrivibile, di quelle che si ricordano per tutta la vita. Sono profondamente grata a coloro che mi hanno scelta e al Maestro Chailly per avermi dato questa grande opportunità. Essere diretta da lui è un privilegio. Sto affrontando quest’impegno con molta serietà, rispetto e responsabilità ma anche con grande entusiasmo. Vivo appieno questa meravigliosa occasione artistica facendo tesoro del lavoro di ogni giorno. Il periodo di prove è stato molto impegnativo ma ora ci siamo quasi: la Prima è vicina! Poter lavorare con il Maestro Riccardo Chailly e con il regista Alvis Hermanis è per me un grande onore: attraverso la loro lettura attenta e approfondita il mio personaggio ha preso forma musicalmente e drammaturgicamente e si è arricchito di spessore e sentimento. Inoltre, ho condiviso questo bellissimo periodo con degli ottimi colleghi con i quali si è creata una reciproca intesa e una bella armonia».

21 novembre 2016

A colloquio con... Maria Katzarava

«Prima di entrare in scena, non sono mai particolarmente nervosa o impaurita. Ho molto rispetto per il pubblico e per quello che devo fare, ma una volta sul palcoscenico mi sento come a casa»

 
(© MK)
«Sono nata in Messico, dove sono cresciuta con la mia famiglia, ma sono molto affezionata alle mie origini georgiane, delle quali sono molto orgogliosa. Mio padre è georgiano ed è emigrato in Messico: qui è entrato a far parte dell’Orchestra Nazionale del Messico dove ha incontrato mia madre, dato che anche lei lavorava lì. Si innamorarono e si sposarono. Per questo motivo, anche se il mio Paese di origine è il Messico, sono sempre stata molto legata alla cultura georgiana». Si presenta così Maria Katzarava conosciuta e apprezzata per la pregevole voce, le grandi capacità interpretative e la notevole presenza scenica e per un curriculum davvero invidiabile, nonostante la giovane età. 

05 febbraio 2016

A colloquio con… Carla Nolledi: 10 anni in musica “per ragazzi”

«L’Associazione Musicale Lucchese con “Musica ragazzi” propone agli insegnanti dei vari livelli scolastici della provincia di Lucca un itinerario didattico fra i generi musicali. Siamo convinti che la musica nel suo insieme rappresenti un unico e fondamentale linguaggio che nutre l’intelligenza e la sensibilità»

«Dieci anni pieni di lavoro, di progetti, di riflessioni per trovare le formule, sempre in continua evoluzione, che potessero parlare ai giovani: anni di tensione ideale forte verso qualcosa a cui si attribuisce un grande valore». È con queste parole che Carla Nolledi descrive il suo impegno che 10 anni fa ha portato alla nascita di Musica ragazzi, una rassegna espressamente ideata per i più giovani.

02 maggio 2015

Simone Soldati presenta il “Lucca Classica MF”

Intervista a Simone Soldati, Direttore Artistico dell’AML, sulla prima edizione del “Lucca Classica Music Festival” che si svolgerà dall’8 al 10 maggio a Lucca


3 giorni di musica e non solo; circa 40 appuntamenti tra concerti sinfonici, musica da camera, guide all’ascolto, concerti per bambini e “pensieri sulla musica” (incontri a tema con la partecipazione di nomi di spicco di diverse realtà culturali); più di 30 ore di musica; circa 400 musicisti coinvolti. Il tutto al Teatro del Giglio, alla chiesa di San Michele in Foro ma anche nelle piazze, nelle chiese e nei musei più belli di Lucca.

25 febbraio 2015

A colloquio con… Marc Bouchkov

«Una delle cose che più mi affascina dell’essere musicista è la certezza che non arriverà mai un giorno nel quale potrò dire: “Non ho più nulla da imparare”. La musica è una sfida quotidiana, una perenne e inarrestabile ricerca, un impegno costante… Ma ne vale davvero la pena!»

(Foto: Nikolaj Lund)
Classe 1991, nato in Francia da una famiglia di musicisti russi, vincitore nel 2010 del “Concours International pour violon Henri Koch” e nel 2013 del “Concours International de musique de Montréal” nonché finalista, nel 2012, al prestigioso “Concours Reine Elisabeth” di Bruxelles, Marc Bouchkov – a dispetto della giovanissima età – ha già una brillante carriera all’attivo. Lo scorso 12 febbraio (con replica il 14), Marc ha finalmente debuttato a Milano con l’Orchestra I Pomeriggi Musicali, per l’occasione guidata da Alvise M. Casellati.

27 aprile 2014

A colloquio con… Anicio Zorzi Giustiniani

«È talmente bella la musica ed è talmente bello salire sul palco… Non saprei davvero immaginare, in questo momento, la mia vita senza tutto questo»


(Foto di Serena Gamberoni)
Timido e a tratti introverso, estremamente posato e gentile, poco loquace ma sempre sorridente: è questa la prima impressione che si ha parlando con Anicio Zorzi Giustiniani.


Bastano pochi minuti di conversazione; basta, soprattutto, iniziare a parlare di musica… ed ecco una sorprendente trasformazione. La timidezza lascia il posto alla loquacità e gli occhi brillano di una luce particolare nel ricordare esperienze, incontri ed emozioni. «È talmente bella la musica ed è talmente bello salire sul palco… Non saprei davvero immaginare, in questo momento, la mia vita senza tutto questo». 

11 marzo 2014

Incontro ravvicinato con… Vovka Ashkenazy

«Adoro il livello di comunicazione che si crea fra i musicisti quando lavorano e si esibiscono insieme: trovo che ciò sublimi sia il livello musicale sia quello artistico che ognuno, singolarmente, riesce a delineare»


In casa ha respirato musica fin dalla nascita. Avvicinarsi allo studio di uno strumento musicale in tenerissima età è stata una scelta naturale o in qualche modo obbligata? È stata assolutamente una scelta naturale, proprio come continuare a respirare.

16 novembre 2013

A colloquio con… Rachel Kolly d’Alba: donare (con) la musica

«Essere musicisti è meraviglioso: si ha l’opportunità di viaggiare, suonare in bellissime sale, visitare tante città e farsi conoscere dal grande pubblico. Credo che sia doveroso utilizzare questa “popolarità” per fare qualcosa di utile, per aiutare gli altri, per donare»


(© Tom Barnes for Warner Classics)
L’avevo già ascoltata dal vivo, tempo fa, e, più di recente, incontrandola per caso a Milano, avevo scambiato con lei qualche parola. Poche, a dire il vero, ma sufficienti a incuriosirmi e a provare il desiderio di saperne di più. Quel che mi aveva colpito, in particolare, era un sottile contrasto tra quello che si può immaginare, vedendola senza conoscerla, e quel che si percepisce osservandola più da vicino.

25 giugno 2013

Incontro ravvicinato con… il “Quartetto di Venezia”

«30 anni di quartetto significano moltissimo: una scelta di vita che ci ha fatto girare un po' tutto il mondo, conoscere tantissime personalità del mondo musicale e non. Soprattutto, è stata un’avventura che ci ha riempito la vita in modo assoluto»



(Foto di Alessandro Bearzot)
Lo scorso 28 febbraio hanno ricevuto una targa di rappresentanza dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione del trentennale dalla fondazione. Un traguardo davvero prestigioso che Andrea Vio (violino), Alberto Battiston (violino), Giancarlo di Vacri (viola) e Angelo Zanin (violoncello) – ovvero il Quartetto di Venezia – vivono, però, solo come una tappa.

12 maggio 2013

Incontro ravvicinato con… Simone Pedroni

«Le cose più grandi a volte sono anche le più semplici e sono fatte di piccoli passi quasi invisibili, compiuti in una solitudine che è solo apparente, perché il suono, la musica senza il silenzio sarebbero nulla, non esisterebbero neppure»

Qual è stato il tuo primo approccio alla musica?
I miei primi ricordi legati alla musica sono chiarissimi nel tempo e nello spazio. Avevo circa 8 anni e decisi, autonomamente, di ascoltare un disco dei miei genitori: si trattava di una registrazione di “Preludi-Corali” per organo di Bach. Fui trovato da mia madre steso per terra nella mia camera come incantato da quei suoni, in attonito silenzio. In effetti l’organo ha suscitato e suscita tuttora (ho anche inciso un CD all’organo…) su di me un fascino tutto particolare.

09 maggio 2013

Giuliano Rizzotto e la “Sequenza V” di Luciano Berio

«Studiare un brano del genere ti apre la mente a tal punto da far sembrare tutto il resto del repertorio una “passeggiata”»

Giuliano Rizzotto con Vinko Globokar


Il prossimo 27 maggio, in occasione del decimo anniversario della scomparsa, laVerdi renderà omaggio, con un concerto straordinario, a Luciano Berio (Oneglia, 24 ottobre 1925 – Roma, 27 maggio 2003), Direttore Onorario dell’istituzione milanese, e legato all’Orchestra Sinfonica di Milano “Giuseppe Verdi” da un’intensa e duratura collaborazione. 

12 febbraio 2013

A colloquio con… John Axelrod

«Bisognerebbe ripensare alla relazione con il pubblico, ridargli centralità rendendolo nuovamente parte attiva dell’esperienza musicale. È la musica a dover essere al servizio del pubblico e non viceversa»


(Foto di Daniel Vass)
Oggi John Axelrod, texano classe 1966, è uno dei direttori più apprezzati e presenti sulla scena internazionale: solamente negli ultimi 12 anni è salito sul podio delle più importanti sale di tutto il mondo, ha diretto più di 130 orchestre, tra le più rinomate, e ha ricevuto incarichi prestigiosi. Dopo essere stato per 10 anni Primo Direttore Ospite della Sinfonietta Cracovia (2000-2010) e, per 5 anni, Direttore Principale e Musicale della Luzerner Sinfonieorchester (2004-2009), nel 2009 è stato nominato Direttore Musicale di “Hollywood in Vienna”, nel 2010 Direttore Musicale dell’Orchestre National des Pays de la Loire e nel 2011 Direttore Principale dell’Orchestra Sinfonica “G. Verdi” di Milano. 

07 febbraio 2013

Incontro ravvicinato con… Petra Conti

«Credo che, se tutto quello che c’è di buono e bello in Italia venisse valutato realmente e paragonato a quello che cè nel resto del mondo, l’arte di questo Paese raggiungerebbe i primi posti a livello internazionale»


Petra Conti (©Brescia-Amisano)

Una mamma e una sorella ballerine: danzare è stata una scelta naturale o in qualche modo suggerita? Suggerita dal DNA in modo assolutamente naturale! Sono stata influenzata da questo mondo fin da bambina, ma ne ho preso coscienza con il tempo e da sola. Così come, in totale e piena autonomia, ho chiesto ai miei genitori di studiare danza.

02 febbraio 2013

A colloquio con… Orazio Sciortino: comunicare (con) la musica

«Vivere il proprio tempo significa, per un artista, trovare i punti di contatto tra l’esigenza interiore della ricerca e la motivazione, la  necessità sociale ed etica di ciò che trova»



C’è una sola domanda che gli provoca un leggerissimo imbarazzo e qualche secondo di silenzio ed è quella che, inevitabilmente, prima o poi gli pongono tutti, me compresa: “Ti senti più pianista o compositore?”. «L’uno e l’altro… allo stesso modo!». 

16 gennaio 2013

Incontro ravvicinato con… Simone Soldati

«Il provare emozioni profonde, condividere, aprire un varco di meraviglia e di speranza è una necessità e una costante dell’animo umano che trova nella musica, in ogni contesto, un attivatore di grande potere»


Come ti sei avvicinato alla musica?
In modo spontaneo, a 7 anni, grazie a una piccola tastiera. Mi accompagna ancora il fascino di avere un contatto con lo strumento e produrre un suono.

29 dicembre 2012

A colloquio con… Floraleda Sacchi: arpa… fortissimamente arpa!

«Il lavoro del musicista richiede tempo, metodo e dedizione e andrebbe rispettato come quello dell’avvocato o del farmacista»
  


(Foto di Marco Coppola)
Da bambina, la prima forma d’amore per il “mondo sonoro” – come ama definirlo lei – è stata per la danza («C’era un bisogno di muovere il corpo, comune a tanti bambini, ma per me ballare significava anche sognare con la musica»); quando, però, all’età di 5 anni i genitori le chiedono se vuole suonare uno strumento non ha dubbi. «Sicuramente avevo visto qualche immagine sui libri e alcuni concerti alla tv:  a casa, inoltre, c’era un vinile di Annie Challan, bellissimo, con brani che mi sono rimasti nel cuore. Ognuno sceglie uno strumento che corrisponde alla propria “voce” o natura: io non ho mai avuto dubbi. Amo molto il violoncello, e potrebbe in qualche modo rappresentare l’unica alternativa, ma l’arpa rappresenta la sonorità che più mi corrisponde».

05 dicembre 2012

A colloquio con … Gabriella Giordano: una vita nella musica “dietro le quinte”

«Conservo ancora intatti l’entusiasmo del mio primo giorno di lavoro, la curiosità di ascoltare nuovi artisti e nuovi repertori e la gioia di scoprire cose nuove»



5 anni fa una brutta disavventura professionale le ha fatto perdere un bel po’ di fiducia ma non l’entusiasmo e la passione per il suo lavoro: perché ancora oggi, dopo 53 anni di attività, Gabriella Giordano non saprebbe immaginare una vita senza la musica.