(Foto di Priamo Tolu) |
La pietra
del paragone
Melodramma
giocoso in due atti
Musica
Gioacchino
Rossini (Pesaro, 29 febbraio 1729 – Parigi, 13 novembre 1868)
Libretto
Luigi
Romanelli (Roma, 21 luglio 1751 – Milano, 1° marzo 1839)
Prima
rappresentazione
Milano,
Teatro alla Scala, 26 settembre 1812
Personaggi
La
marchesa Clarice (contralto)
La
baronessa Aspasia (soprano)
Donna
Fulvia (soprano)
Il
conte Asdrubale (basso)
Il
cavalier Giocondo (tenore)
Macrobio
(basso)
Pacuvio,
poeta ignorante (basso)
Fabrizio,
maestro di casa e confidente del conte (basso)
Giardinieri,
ospiti, cacciatori e soldati del conte
La trama
(per gentile concessione del Teatro
Lirico di Cagliari: Fonte: Dizionario dell’Opera Baldini&Castoldi)
Atto I
In
un ricco e popolato borgo nelle vicinanze di una grande città italiana. Nel
giardino della casa di villeggiatura del conte Asdrubale, ospiti e giardinieri
esaltano le doti di magnanimità e di ospitalità del ricco conte, ma
sottolineano che, pur amando le donne, egli non riesce a trovare la sposa
adatta. Pacuvio e Fabrizio si intrattengono con la baronessa Aspasia e con
Donna Fulvia, desiderose di sposare il conte per interesse, e rivali
dell’innamorata marchesa Clarice, vedova brillante e generosa. Asdrubale è a
sua volta innamorato della bella Clarice, ma vuole metterla alla prova. Mentre
altri due amici - Macrobio, giornalista assai inesperto, e il cavalier
Giocondo, spasimante infelice di Clarice - disputano tra loro, la marchesa e il
conte sono i protagonisti, con la complicità dell’eco, di una fine e arguta
schermaglia amorosa. Il conte, d’accordo con il fedele Fabrizio, progetta un
inganno per verificare la sincerità dei sentimenti dell’affascinante Clarice.
Il servitore consegna un biglietto al conte, che si finge grandemente turbato,
mentre continuano a intrecciarsi conversazioni salottiere e dispute mondane. Si
presenta con alcuni marinai un mercante turco, che altri non è se non Asdrubale
travestito, che pretende di riscuotere un grosso credito e minaccia di
sequestrare ogni ricchezza poiché Fabrizio sostiene che non sarà possibile
pagare. Gli amici, per paura di rimetterci, se la filano tutti, a eccezione di
Clarice e Giocondo, che sono pronti ad aiutarlo e a sostenerlo.
Atto II
Nella
villa del conte. Gli amici vengono tutti perdonati da Asdrubale, che svela
l’inganno. Dopo una partita di caccia, rovinata da un temporale, Clarice decide
di mettere a sua volta alla prova Asdrubale e si presenta sotto le spoglie di
un suo gemello in abito militare e con alcuni compagni d’armi. Costui dichiara
di voler portare con sé la sorella, perché la vede tormentata e infelice.
Asdrubale, di fronte a questa prospettiva, si rende finalmente conto della
sincerità del suo amore e chiede Clarice in sposa al presunto fratello.
Clarice, tra lo stupore generale, rivela la sua identità: i due innamorati si
perdonano a vicenda e tra frizzanti commenti hanno inizio i preparativi di
nozze.